L’espressionismo di Kirchner

L’argomento che tratterò oggi per voi riguarda l’Espressionismo tedesco, un argomento difficile da inquadrare (e vedremo il motivo), analizzandovi poi le opere di Ernst Ludwig Kirchner.
Per chi si avvicina per la prima volta a questo tipo di arte (si tratta di un’avanguardia storica di primo Novecento), deve capire che cos’è l’espressionismo e quindi cercherò di spiegarvelo nel modo più semplice.

Il termine espressionismo indica un’arte dove prevale la deformazione, attraverso la semplificazione delle forme, di alcuni aspetti della realtà. Questo perché gli espressionisti volevano valorizzare l’espressione e le emozioni e lo facevano grazie all’uso di colori vivaci e brillanti. Quindi la pittura accesa ed emotiva che caratterizzò gli espressionisti si contrappose a quella, altrettanto vivace ma indifferente sul piano delle emozioni, che fu proprio dell’Impressionismo. Non si fa più riferimento all’occhio, alla percezione, al modo in cui si vede la realtà esterna, ma si presta invece attenzione all’introspezione, al modo in cui sensibilità individuale coglie il mondo.
Due sono le tendenze espressionistiche nate nei primi del Novecento: Espressionismo francese (Fauves  “belve, selvaggi”) e l’Espressionismo tedesco (Die Brücke, “Il Ponte”).

Nel clima apparentemente pacifico di inizio secolo, in Germania si agitavano tensioni politiche e sociali molto forti; il ferreo dominio della monarchia guglielmina favoriva lo sviluppo delle classi militari e nobili ed esercitava un rigido controllo burocratico sulla popolazione. In questo contesto veniva promossa un’arte ufficiale, volta a celebrare la casa regnante.
Va sottolineato che la storia del Paese era stata caratterizzata dal policentrismo, dall’antagonismo tra città senza la netta prevalenza di un centro unico.
Così, mentre in Francia le energie creative più importanti si addensavano nella capitale, in Germania le città emergenti furono sempre molte, ciascuna con una specifica tradizione da difendere e tramandare; ed è questa la difficoltà di inquadramento di tale corrente.
Le caratteristiche comuni a tutti gli espressionisti tedeschi furono un’aggressività sia estetica sia morale, un uso violento del colore, un’emotività esasperata, un desiderio di provocazione e di critica alla società, che non si trovano, invece, nei fauves francesi.

Autoritratto con gatto
Autoritratto con gatto

Tra i membri del movimento Die Brücke (“Il Ponte”), Kirchner è certamente il più dotato di talento e creatività: è lui la guida spirituale del gruppo, il punto di riferimento e il principale organizzatore.
Nella sua carriera dipinge più di mille tele e un numero ancora più alto di disegni, acquarelli, incisioni, illustrazioni per libri e decorazioni di interni. Tutta la sua vita e la sua arte sono caratterizzate da un invincibile desiderio di libertà, che lo porta a lavorare quasi sempre da solo e a non accettare mai compromessi con i mercanti d’arte, i critici e i collezionisti.
Qui a lato abbiamo un suo autoritratto con gatto (in molti ritratti c’è un gatto nero ahahahah).

Uno dei temi più amati dall’artista e dagli altri membri del gruppo Die Brücke è quello dei nudi femminili, spesso rappresentati sullo sfondo di un paesaggio, quasi a evidenziare la loro visione della vita legata alle forze primordiali della natura. Tra le molte modelle che posano per il gruppo si ricordano i nomi di Marcella e Fränzi.

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Kirchner dedica a Fränzi numerosi dipinti, tra cui questo a lato: Fränzi davanti a una sedia intagliata, opera di Kirchner del 1910.
In questa tela si nota l’espressione precocemente sensuale della ragazza, accentuata dall’uso non naturalistico dei colori: il volto della fanciulla è dominato dal colore verde, con alcune vigorose pennellate rosa e azzurre.
Dietro di lei si scorge lo schienale della sedia, decorato con una strana faccia, quasi certamente intagliata dallo stesso artista.

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Allo scoppio della Prima guerra mondiale Kirchner viene arruolato, ma il suo spirito individualista e ribelle gli impedisce di adattarsi alla disciplina militare.
Questi sentimenti sono espressi chiaramente nel celebre Autoritratto da soldato del 1915, in cui l’artista si ritrae con la divisa del 75° reggimento di artiglieria, davanti a un suo quadro raffigurante un nudo femminile. Ha la mano destra mozzata, simbolo della propria condizione sotto le armi.

Oltre ai temi dell’uomo nella natura, Kirchner ambienta molte opere nelle grandi città, da cui si sente attratto e insieme respinto, come dimostra nella serie di dipinti raffiguranti Scene di strada con gruppi di uomini e donne in primo piano. Queste tele si caratterizzano per le figure allungate e stilizzate, il predominio delle linee oblique e i forti contrasti cromatici, caratteristici della sua produzione berlinese.
Mentre le vedute parigine degli impressionisti trasmettono sentimenti di gioia e di serenità, qui l’artista sembra spaventato di fronte alle grandi vie animate da una gran folla in perenne movimento.

I volti dei personaggi, rivolti verso lo spettatore, ci appaiono vuoti e inespressivi, simili a quelli dei manichini, e rappresentano per l’artista la massa anonima e impersonale che popola la grande città tedesca.
Per di più l’uso di colori accesi e violenti accentua questa impressione di disagio e di ansia e crea un’atmosfera fredda e ostile.
Il punto di vista ravvicinato e leggermente abbassato esalta l’idea dell’affollamento della via e conferisce all’intera composizione un’atmosfera opprimente e claustrofobica: le persone raffigurate sembrano perfino un pericolo e una minaccia nei confronti dello spettatore.

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Ernst Ludwig Kirchener, Cinque donne nella strada, 1913, Colonia

Quest’opera è fortemente simmetrica e ricorda gli archi ogivali nell’architettura gotica tedesca: cinque figure femminili sono disposte a zig zag nello spazio del quadro, inscritte in una sorta di rombo la cui punta è al centro in basso; le due figure laterali guardano verso l’esterno e si intravede, a sinistra in basso, la ruota di un’automobile. In lontananza, in alto a destra, l’accenno ad un palazzo squadrato.
Le donne si stagliano su un fondo verde acido: il normale rapporto tra figura e sfondo viene invertito, ed è lo sfondo, quasi fluorescente, a presentarsi per primo ai nostri occhi.
Gli abiti, che seguono la moda in voga a Berlino, sono modulati sulle tonalità di un verde scuro dal nero, usato non solo come linea di contorno, ma come colore pieno. I volti sono pallidi e segnati da pesanti rossetti.

Come saprete si è tolto la vita nel 1938, poco dopo la mostra voluta da Hitler sulla cosiddetta “Arte degenerata”, in cui molte delle sue opere erano state esposte al pubblico per una derisione spietata.

Scritto da Max

 

9 pensieri su “L’espressionismo di Kirchner

  1. Pingback: Lost – Marti's thoughts

  2. Grazie mille!! Hai ragione, perché del resto anche Grosz attua nelle sue opere, di impatto grafico espressionista, una critica alla società, una vera e propria denuncia contro il militarismo e il capitalismo tedesco; tuttavia in Kirchner è meno evidente.

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