Maurice Ravel e il celebre Boléro

Con questo primo articolo, si apre la nostra nuova rubrica dedicata al Fuori tema, dove lasceremo un po’ di spazio a tutte quelle discipline artistiche che non sono pienamente arte, che non producono un’opera pittorica o scultorea, ma che comunque lasciano una testimonianza, sia visiva, musicale o letteraria.
Da amante incondizionata della musica, ho deciso di dedicare il mio primo articolo ad un compositore francese del secolo scorso, un uomo che in sé racchiudeva la natura di pianista, scrittore, compositore e direttore d’orchestra: sto parlando di Maurice Ravel.

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Nato nel 1875 da padre di ascendenza svizzera e madre di origine basca, fin dall’età di sette anni sviluppò il suo amore e il suo interesse per la musica, avvicinandosi al pianoforte. Studiando al Conservatorio di Parigi, il nostro inesperto musicista poté conoscere altri giovani compositori che, come lui, avevano trovato la propria strada nel mondo della musica. Già in quegli anni, compose le prime pagine di alcune opere vocali da camera e i primi pezzi per pianoforte. Dal 1898 si iniziarono ad eseguire, in tutta Parigi, le sue opere, considerate troppo rivoluzionarie sia dal pubblico che dalla critica e, forse anche per questo motivo, Ravel non riuscì mai a vincere il premio Prix de Rome, una borsa di studio istituita dal governo francese per premiare tutti gli studenti meritevoli nel campo delle arti. Questo disprezzo verso le sue opere innovative lo portarono ad abbandonare l’ambiente “ufficiale”, per dedicarsi unicamente alla composizione, tant’è che ricomparve come interprete della propria musica solo in un breve periodo, tra il 1920 e il 1930. Dal 1927, però, iniziò a soffrire di una leggere demenza che divenne progressiva e gli impedì, gradualmente, di parlare, di scrivere e di suonare e, gli ultimi anni della sua vita li passò così, senza poter esprimere il proprio vero io.

Maurice-Ravel_2Ravel fu un musicista dalla forte individualità, ma deve i fondamenti del suo linguaggio alla conoscenza delle opere debussiane degli anni Novanta dell’Ottocento, tant’è che fu considerato una sorta di seguace di Debussy. La sua produzione non fu abbondante, ma ogni opera era il frutto di una lunga ed intensa maturazione, che sottostava al suo forte spirito di critica e alla sua impeccabile tecnica. La sua formazione derivava dall’assimilazione di numerosi stili, non solo quelli a lui più vicini, come il jazz, ma anche molti aspetti derivanti dalla tradizione, come la musica rinascimentale e barocca o il folklore, da cui deriveranno i suoi omaggi alla musica tradizionale spagnola (tra cui il famoso Boléro del 1928). Questa tendenza ad assimilare i vari stili, che non è assolutamente presente in Debussy, è un chiaro sintomo del cambiamento dei tempi: nelle mani di Ravel, la musica sembra rinnovare il suo statuto estetico e, da strumento di manifestazione dei moti dell’animo diventa, a poco a poco, uno strumento di elaborazione del lessico musicale. Come diventerà tipico nella musica colta del Novecento, il linguaggio musicale tende ad assolutizzarsi, trasformandosi da strumento dell’espressione a contenuto dell’espressione.

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Ravel (al piano) e il direttore d’orchestra Paul Whiteman

Ravel è un compositore che identifica la sua personalità di artista nel piacere della scrittura: aveva una maniacale coscienza del suo status di artigiano della musica, al punto che Stravinskij arrivò a definirlo “un orologiaio svizzero” per la sua abitudine di consegnare, al pubblico, opere totalmente rifinite, pulite fin  dei minimi particolari. Arrivò ad interessarsi ad ogni aspetto della scrittura musicale e, soprattutto, il trattamento dell’orchestra che esaltava al massimo la sua creatività.

Di lui ricordiamo le opere dalle movenze spagnolesche, come l’Heure espagnole e la Rapsodia orchestrale; ricordiamo il concerto per pianoforte e orchestra de L’enfant et les sortilèges, scritto per la sola mano sinistra perché destinato a Paul Wittgestein che perse il braccio destro durante la Prima Guerra Mondiale; ricordiamo il suo amore per il valzer viennese, che riportò nell’opera Valses nobles et sentimentales per il pianoforte e ne La valse per l’orchestra e, il suo amore per le armonie blues riportate nella Sonata per violino e pianoforte del 1927 ma, soprattutto, il nome di Ravel è associato al famoso Boléro.

Il Boléro è uno degli ultimi brani scritti da Ravel: è un brano per orchestra in do maggiore composto nel 1928 come musica per balletto, commissionata al compositore dalla danzatrice russa Ida Rubinstein e da lei stessa messo in scena all’Opéra di Parigi.
Il brano, che ha un movimento dal ritmo e tempo invariabili, ha una melodia uniforme e ripetitiva, che cambia soltanto per quanto riguarda l’orchestrazione, con un crescendo progressivo fino alla fine. A questo proposito, lo stesso Ravel disse:

“È una danza in un movimento moderato e uniforme, sia per la melodia, sia per l’armonia e il ritmo quest’ultimo suonato, senza interruzione, dal tamburo. Il solo elemento di diversità è dato dal crescendo orchestrale”

Quest’opera così particolare, che Ravel considerava come un semplice esercizio e studio d’orchestrazione, fin dall’inizio divenne molto famosa al punto che, ancora oggi, è uno dei brani più eseguiti al mondo.
La storia del Boléro iniziò nel 1927, quando Ida Rubinstein commissionò a Ravel un balletto dal carattere spagnolo. Il compositore, entusiasta per questa commissione, decise di orchestrare sei pezzi estratti dalla suite per pianoforte Iberia del compositore spagnolo Isaac Albéniz, i cui diritti, però, erano di proprietà dell’allievo di Albéniz, Enrique Arbòs. Così Ravel, che aveva già incominciato a lavorare al pezzo, stava quasi per abbandonare il progetto. Da qualche tempo, però, stava pensando di scrivere un pezzo sperimentale senza una forma vera e propria, senza uno sviluppo e senza modulazioni, con solo il ritmo e l’orchestra…e così, nacque il Boléro.

Composto tra il luglio e l’ottobre 1928, venne messo in scena da Ida al Teatro Nazionale dell’Opéra, di Parigi, il 22 novembre 1928, sotto la direzione orchestrale di Walther Straram.

La storia è ambientata in un bar spagnolo dove Ida Rubinstein aveva il ruolo di una danzatrice di flamenco.

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Dato il successo che questo pezzo ebbe fin da subito, fu eseguito anche come brano da concerto distaccato dal balletto. Questo, però, portò a differenti interpretazioni del brano stesso, tanto che in diverse riprese Ravel volle precisare le sue intenzioni riguardo a esso, affermando che il Boléro doveva essere eseguito in un tempo unico dall’inizio alla fine, senza prescindere dalle melodie arabo-spagnole.
L’estratto da concerto venne scritto per l’orchestra sinfonica e pubblicato nel 1929: constava in ottavino, due flauti, due oboi, corno inglese, tre clarinetti, due fagotti, controfagotto, tre sassofoni, quattro corni, quattro trombe, tre tromboni, tuba, arpa, celesta, batteria (due rullanti, tre timpani, grancassa, piatti a due e tam- tam) e, infine archi. Nello stesso anno, Ravel fece altre due riduzioni per pianoforte, riduzioni che, però, non sono molto eseguite in pubblico.

Secondo alcuni, nel Boléro c’è una rinuncia, da parte di Ravel, alla musica tonale mentre, altri ancora, vi vedono nella ripetizione meccanica e nel crescendo, un’opera piuttosto tormentata…personalmente, io credo che sia una delle opere più geniali che siano mai state scritte.

Vi lascio con questo simpatico video realizzato nel 2013 dall’Orchestre national d’Ille-de-France, che ha deciso di mettere in scena il Boléro di Ravel con un flashmob (ben riuscito) nella Stazione Saint Lazare a Parigi.

Scritto da Malerin

9 pensieri su “Maurice Ravel e il celebre Boléro

  1. Che meraviglioso pezzo di musica! L’ho sentito suonare dal vivo qualche anno fa dalla Philalrmonia Orchestra a Londra e sono stata con il fiato sospeso per tutto il tempo. Non riuscivo a staccare gli occhi dalla percussionista. Ero ipnotizzata.
    Eppoi il pattinaggio. Adoro il pattinaggio su ghiaccio sin da quando, da bambina ho visto il duo britannico Torvill and Dean ballare il Bolero alle Olimpiadi del 1884. Indimenticabile magia… https://www.youtube.com/watch?v=KcCj0xfO3H8&nohtml5=False

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